Pensieri di John Henry Newman (1801-1890) sulla santità
Nella Lettera Apostolica Novo millennio ineunte il Papa Giovanni Paolo II elenca alcune priorità per la pastorale nel nuovo millennio. Anzitutto egli richiama la vocazione di tutti i cristiani alla santità. “In primo luogo non esito a dire che la prospettiva in cui deve porsi tutto il cammino pastorale è quella della santità.”
Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica “Tertio millennio adveniente” ci invitava “a riscoprire la virtù teologale della speranza… Il fondamentale atteggiamento della speranza, da una parte, spinge il cristiano a non perdere di vista la meta finale che dà senso e valore all’intera sua esistenza e, dall’altra, gli offre motivazioni solide e profonde per l’impegno quotidiano nella trasformazione della realtà per renderla conforme al progetto di Dio” (n. 46).
Il 21 febbraio 1801 John Henry Newman nacque a Londra, figlio di un banchiere e primo di sei rampolli. Solo la Divina Provvidenza poteva allora sapere che tale giorno fosse ricordato perfino duecento anni più tardi. Da giovane Newman, specialmente nell’anniversario della sua nascita, aveva l’abitudine di guardare al passato, ma non solo con una visione puramente umana che ricordasse solo dolori e gioie, ma nella luce della Divina Provvidenza, e scriveva ciò che egli chiamava il “resoconto del compleanno.” In tal senso leggiamo, per esempio nel suo diario del 21 febbraio 1822: 


“Risorgete con Cristo. Guardate: egli vi offre la mano; egli risorge: risorgete con lui. Uscite dalla tomba del vecchio Adamo,
La fede di Maria non si esauriva in un semplice e tacito consenso alla provvidenza e alle rivelazioni divine; ella le meditava. Dice il Vangelo che “Maria conservava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19).