Quale svuotamento della sua glo­ria per diventare uomo!

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«Diede alla luce un figlio e lo depose in una man­giatoia ».

25 dicembre 1825

«I pastori dicevano fra loro: “Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Si­gnore ci ha fatto conoscere”». Andiamo anche noi con loro per contemplare quel secondo e più gran­de miracolo che l’angelo indicò loro, la nascita di Cristo. San Luca dice della beata Vergine: «Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era po­sto per loro nell’ albergo ». Che segno meraviglioso è questo per tutto il mondo. Per questo l’angelo lo ripeté ai pastori: «Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». Il Dio del cielo e della terra, il Verbo divino che era nella gloria con l’Eterno Padre fin dal principio, era ora nato in que­sto mondo di peccato come un bambino e giaceva adesso nelle braccia di sua madre, apparentemente indifeso e impotente; fu avvolto da Maria in fasce e deposto a dormire in una mangiatoia. Il Figlio del­l’Altissimo, che aveva creato i mondi, divenne car­ne, pur rimanendo ciò che era prima. Divenne car­ne come se avesse cessato di essere quello che era e fosse davvero stato trasformato in carne. Accettò di essere il figlio di Maria, di essere preso dalle mani di una mortale, di avere gli occhi di una madre fissi su di sé, di essere vezzeggiato in braccio a una madre. Una figlia dell’uomo divenne la Madre di Dio: per lei un inesprimibile dono di grazia, ma per lui quale condiscendenza ! Quale svuotamento della sua glo­ria per diventare uomo ! E non solo diventare un bimbo indifeso – anche se questa sarebbe stata un’umiliazione sufficiènte – ma ereditare tutte le in­fermità e le imperfezioni della nostra natura possi­bili a un’anima che pur era priva di peccato. Quali furono i suoi pensieri – se possiamo osare di adope­rare un simile linguaggio o di concederci di fare una simile riflessione riguardo all’Infinito – quando provò per la prima volta i sentimenti, i dolori, i bi­sogni umani? Quale mistero è presente, dal princi­pio alla fine, nel Figlio di Dio che si fa uomo ! Ma la grazia e la misericordia del mistero sono proporzio­nali alla sua grandezza; e come è la grazia, così è la grandezza del suo frutto.

Estratto dal sermone: “Religious Joy”, PPS VIII, 17.