Newman parla su San Paolo

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Parlando ai Corinzi, san Paolo ci fa comprendere che la fede, al più, fa un eroe, ma è l’amore che fa un santo; la fede può farci superare l’attrazione del mondo, ma l’amore ci porta dinanzi al trono di Dio; la fede ci può rendere sereni, ma l’amore ci rende felici.

Egli ci ammonisce che è possibile per un uomo avere la visione più chiara, più calma, più esatta delle realtà del cielo; può accogliere con fermezza e agire secondo le verità del Vangelo; può rendersi conto che intorno a lui tutto non è che un velo, non una sostanza; può avere una fiducia talmente forte in Dio da operare miracoli, può possedere una fede così semplice e totale da rinunciare alle sue ricchezze e distribuire i suoi beni ai poveri, può disprezzare il mondo e camminarvi sopra con cuore regale, può anche consegnare il suo corpo ad essere bruciato in un glorioso martirio (1 Cor 13,3), e tuttavia niente di tutto questo gli giova.

Io non penso che l’Apostolo ritenga che ci possa essere nella realtà un tale caso, ma che sia possibile in astratto; egli vuol dire che nessun atto di fede, in se stesso e necessariamente, implica l’amore; che la fede è distinta dall’amore, sebbene una persona possa incarnare in sé tutto quello che è stato detto fin qui; tuttavia, senza qualcosa in più, cioè senza amore, tutto ciò gli giova a nulla.

E’ una tremenda lezione per tutti coloro che sono tentati di vantarsi delle loro fatiche, dei loro sacrifici, delle loro opere buone. Noi siamo di Cristo non soltanto in forza della fede o delle opere, ma in forza dell’amore; non perché odiamo il mondo, né perché odiamo il peccato; non perché rischiamo tutto per il mondo futuro; non in forza della serenità né della magnanimità – anche se dobbiamo fare ed essere tutto questo; e se abbiamo la perfezione dell’amore lo saremo -; ma è l’amore che produce la fede, non è la fede a produrre l’amore.

Noi non siamo salvati da nessuna di queste cose, ma da quella fiamma celeste dentro di noi la quale, mentre consuma quella che si vede, aspira a quello che non si vede.

L’amore è l’accoglienza e l’adesione dolce, tranquilla, appagata nella contemplazione di Dio; non è un’emozione o un trasporto violento; piuttosto, come lo descrive san Paolo, l’amore sopporta la sofferenza, è benevolo, modesto, innocente, semplice, dolce, disinteressato, mite, puro, indulgente, paziente, tenace (1Cor 13,4-7). La fede senza l’amore è dura, arida, avvizzita; non ha nulla dolce, di attraente, di rasserenante, di consolante.

La carità portò Cristo in terra. Carità è un altro nome per indicare il Consolatore. E’ l’eterna carità il vincolo di unione di tutte le cose in cielo e in terra; nella carità il Padre e il Figlio sono uno nell’unità dello Spirito santo; per la carità gli angeli sono una cosa sola in cielo, i santi sono una cosa con Dio, la Chiesa è una sulla terra.

(PPS IV, Sermon 21, Faith and Love – pp. 316-118)